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Eboli
un comune di 37.258 abitanti in provincia di Salerno. Il
territorio ricade nella regione storica della Lucania, di
cui è l'ultima città ad ovest. Situata nella
piana del Sele alle pendici dei Monti Picentini, ha un territorio
per il 90% pianeggiante. L'elemento di maggiore notorietà
della cittadina resta comunque l'essere citata nel titolo
del libro di Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli;
(con questa frase intendeva che era l'ultimo avamposto della
civiltà, dato che ad Eboli si interrompevano sia
la ferrovia che tutte le strade principali, prima di una
zona dimenticata da Dio (la Basilicata). Nel 1984 è
stato intitolato a Carlo Levi il Liceo Artistico di Eboli.
ETIMOLOGIA
Secondo alcuni deriva dal latino Eburum o Ebulus, ossia
ebbio (una pianta). Secondo altri deriva invece dal nome
di un'antica città Ephiura. Un'ipotesi "mitologica"
collega il nome della città ad un personaggio mitico,
ossia Ebalo, re di Cipro.
DA
VEDERE
Monumento ai caduti in piazza della Repubblica (1918)
Leoni di piazza della Repubblica (1868)
Monumento a Vincenzo Giudice, maresciallo della Guardia
di Finanza martire di una rappresaglia nazi-fascista contro
la popolazione locale, che barattò la sua vita in
cambio di quella di donne e bambini inermi.
Complesso monumentale di S.Francesco (1286), adibito a Museo
archeologico nazionale di Eboli e della Media Valle del
Sele.
EDIFICI
RELIGIOSI
Badia di San Pietro alli Marmi(1076).
Santuario dei S.S. Cosma e Damiano (XX secolo).
Chiesa di SS. Cosma e Damiano (1771).
Monastero di Sant'Antonio Abate (XIV secolo).
Chiesa di San Biagio (XIV secolo).
Chiesa di Santa Maria della Pietà (XII secolo).
Chiesa di San Nicola de Schola Graeca (XII secolo).
Chiesa della S.S. Trinità - Santuario di S.Antonio
di Padova (XIII secolo).
Complesso Monumentale di San Francesco (XIII secolo).
EDIFICI
STORICI
Castello Colonna (XI secolo).
Palazzo Martucci (XV secolo).
Palazzo de Consulibus (XVI secolo).
Palazzo Paladino La Francesca (XV secolo).
Palazzo Romano Cesareo (XII secolo).
Palazzo Campagna (XVI secolo).
Palazzo Romano (XIX secolo).
Palazzo Novella (XV secolo).
Palazzo Corcione (XV secolo).
ARCHEOLOGIA
Villa romana di epoco imperiale in località Paterno.
Due tratti di cinta muraria del IV secolo a.C.
Area abitata del III secolo a.C. in zona SS. Cosma e Damiano.
ORIGINI
Il territorio di Eboli fu frequentato sin dalla preistoria,
come testimonia il ritrovamento di una mummia neolitica
in località Corno d'oro.
CENNI
STORICI
Quando i Greci arrivarono ad Ebhura (pron. Efiura), trovando
il nome simile a quello di numerose località pelasgiche
della Grecia, la indicarono come Efiùra katà
Kampànian. Difatti, il nome "Efiùra"
è l'antico nome di Corinto, "Efira". Il nome
Eboli potrebbe derivare da Eu bòlos buona zolla, o
da un mitico fondatore: Ebalo, figlio della ninfa Sebetide
e di Telon, re di Cipro, menzionato da Virgilio alla fine
del settimo libro dell'Eneide, dove dice: Oebale quem generasse
Telon Sebetide Nympha. Si tratta, tuttavia, di ipotesi, non
documentate da fonti scritte. Eboli è ricca di reperti
archeologici rinvenuti in diversi siti dislocati sulle colline.
Oltre ai numerosi corredi funerari risalenti all' eneolitico
e all' età del bronzo, ritrovati su Montedoro, in Eboli
risulta consolidata nei secoli successivi la presenza della
Civiltà Villanoviana A partire dalla fine del V secolo
a.C. fiorenti saranno i rapporti commerciali tra le popolazioni
etrusche a nord e quelle greche a sud, tanto che Eboli divenne
un centro di riferimento importante per le tribù lucane
dell'entroterra, come testimoniato dalle numerose necropoli
sparse lungo il perimetro del centro storico. Con l'arrivo
dei romani e la costruzione della via Popilia (che congiungeva
Capua a Reggio Calabria) Eburum divenne un importante e fiorente
centro artigianale e commerciale, come dimostrano i resti
di un antico quartiere artigianale (datato III-II secolo a.C.)
dedito alla produzione di ceramica, ubicato a pochi passi
dal santuario dei SS. Cosma e Damiano. Del IV secolo d.C.
è la villa romana rinvenuta nel quartiere Paterno.
A testimianza della grande vitalità di questo centro
i romani concessero ad Eburum lo status giuridico di Municipium,
ossia i suoi cittadini erano a tutti gli effetti cives romani
ma mantenevano il diritto a governarsi con leggi proprie,
come dimostra la stele eburina (oggi conservata presso il
Museo archeologico dell'Alta e Media valle del Sele). Il piedistallo
di una statua al tempo dedicata al console Tito Flavio Silvano,
ritrovata nel basamento dell'antica chiesa di S.Maria ad Intra
nel centro storico, riporta in calce un'iscrizione in latino
(un latino non perfetto, o forse già frammisto ad elementi
di volgare) che definisce "Eburum, municipium romano".
Con la caduta dell'Impero romano Eboli fu distrutta una prima
volta da Alarico nel 410 d.C. e successivamente saccheggiata
e devastata dai saraceni nel IX e X sec. Ma gli insediamenti
su Montedoro sopravvissero fino a quando giunsero in queste
terre i Longobardi. Nel Medioevo fu identificata con il nome
Evoli(nel dialetto locale ancora oggi persiste la forma Jevule,
evidente eredità del nome medievale). La città
in questo periodo storico diventa un caposaldo del sistema
difensivo del Principato di Salerno con il suo imponente Castello,
eretto da Roberto il Guiscardo, circondato da mura e dalle
sue cinque porte. Numerosi furono gli interventi di recupero
di antiche chiese e complessi monumentali attuati dai Normanni,
ne è un esempio ancora tangibile la Badia di San Pietro
alli Marmi, oggi sede del convento dei frati Cappuccini. Per
l'epoca delle lotte per l'Unità d'Italia, nel centro
storico della città una targa ricorda ancora l'ospitalità
che una famiglia locale concesse a Giuseppe Garibaldi, (alcuni
accenni sparsi raccontano anche che proprio a Eboli trovarono
rifugio alcuni membri della spedizione organizzata da Carlo
Pisacane, sopravvissuti all'eccidio di Sapri). Fondamentale
fu la bonifica effettuata sotto il fascismo, che sottrasse
agli acquitrini e alle paludi vaste aree di territorio coltivabile,
e che diede il via al definitivo sviluppo del centro abitato
verso la pianura, che ancora allora aveva il suo centro alle
pendici della zona collinare, sito dell'antico borgo medievale.
Il terribile "terremoto in Irpinia" del 1980, non
risparmiò la città con il crollo di palazzi
e il danneggiamento di scuole, la cui ricostruzione è
stata completata solo al fine degli anni '90, e fece innumerevoli
vittime (674 morti di cui 2 ebolitani), uno dei terremoti
più forti nella storia d'Italia.
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Popolazione
Residente 35.842 (M 17.775, F 18.067)
Densità per Kmq: 260,7
CAP
84025
Prefisso Telefonico 0828
Codice Istat 065050
Codice Catastale D390
Denominazione
Abitanti ebolitani
Santo Patrono San Vito
Festa Patronale 15 giugno
Numero
Famiglie 11.789
Numero Abitazioni 14.001
Il Comune di Eboli fa parte di:
Regione Agraria n. 17 - Piana del Sele
Parco dei Monti Picentini
Comuni Confinanti
Albanella, Battipaglia, Campagna, Capaccio, Olevano
sul Tusciano, Serre
Musei nel Comune di Eboli
Museo Archeologico Nazionale di Eboli e della Media
Valle del Sele
Chiese
e altri edifici religiosi ebolitani
Chiesa di Santa Maria della Pietà
Chiesa di San Pietro alli Marmi
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