Seborga
è un comune della provincia di Imperia in Liguria.
Il comune è stato insignito, dal 2009, della
Bandiera arancione dal Touring Club Italiano. Il comune
di Seborga è situato nell'entroterra tra Ospedaletti
e Bordighera e dista dal capoluogo circa 46 km. Dal
clima mite con estati fresche e inverni miti, Seborga
gode di un'ottima posizione, sempre soleggiata e con
ampie montagne alle sue spalle che la proteggono dai
venti freddi del Nord. Il comune di Seborga ricade
nella classificazione climatica E. Oltre che come
meta turistica, Seborga è conosciuta per la
sua attività agricola: in particolare, la coltivazione
e raccolta delle olive e la produzione floricola.
ETIMOLOGIA
Attestato con il nome di Sepulcrum, è riconducibile
a sepulc(a)ru, da sepulcrum (sepolcro).
MUSEI
Museo della civiltà contadina.
Museo della zecca.
Esposizione permanente di strumenti musicali antichi.
MANIFESTAZIONI
Festa patronale di san Bernardo, il 20 agosto.
Notte BiancAzzurra.
Festa del Principato.
Festa della Birra.
DA VEDERE
Chiesa parrocchiale di San Martino di Tours.
Chiesa di San Bernardo.
Palazzo dei Monaci.
Palazzo del Governo.
I quattro bastioni.
Le antiche prigioni.
AREE VERDI
Montenero.
ORIGINI E CENNI STORICI
Esiste la copia di un documento datato 954, in cui
un marchese Guido, conte imperiale di Ventimiglia,
in partenza per la Spagna, per portare aiuto a re
Alfonso (in subsidium illustris D.ni Ildefonsi, regis
Hispanie), che combatte contra perfidos Saracenos,
avrebbe donato delle proprietà situate a Seborga
ai monaci benedettini dell'abbazia di Lerino. Nel
documento vengono anche citati un "Luigi, imperatore
dei Romani", Tommaso, comite Sabaudie (nonché
fratre uxoris mee) e un Raimondo, marchione Montisferrati,
ovvero personaggi e titoli inesistenti nell'anno 954.
Tuttavia, una donazione di Seborga a Lerino, da parte
di un Guido conte di Ventimiglia, non databile nel
954, sembra ritenuta valida nel corso di un processo
risalente al 1177, conservato in copia autentica dell'anno
1305. Infatti, nella seconda metà del XII secolo
il comune di Ventimiglia pretese che Seborga diventasse
parte del proprio territorio. Iniziò quindi
una causa con l'abate di Lerino e il 13 luglio 1177
fu emessa la sentenza da parte del vescovo di Ventimiglia
e dei consoli ventimigliesi che riconobbero il lascito
del conte Guido, in base all'atto di donazione (quod
per privelugium bullatum bulla dicti comitis comprobabat)
e alla testimonianza di dodici maggiorenti locali.
La maggioranza degli storici accademici ammette l'autenticità
dell'atto del 1177 ma non mancano autorevoli autori
che pongono in discussione anche l'atto del 1177 ritenendolo
un falso dell'anno 1305. Nel 1181 la Repubblica di
Genova che aveva esteso i suoi domini sino a Nizza
dichiarò di assumere la protezione delle isole
di Lerino e quindi anche di Seborga; in realtà,
di fatto Seborga continuò a dipendere politicamente
e amministrativamente dalla Contea di Provenza. Tale
situazione rimase immutata sino al Settecento, secoli
comunque caratterizzati da continui litigi sull'entità
dei confini di Seborga.Nel 1666, la vigilia di Natale,
l'abate Cesare Bacillon appalta a Bernardino Bareste
una zecca per la durata di cinque anni dietro a un
corrispettivo di 740 lire all'anno. Vi si coniarono
imitazioni del petit louis dal 1667 al 1671. Le monete
recavano al dritto il busto di san Benedetto e al
rovescio lo stemma ancora in uso. La circolazione
di queste monete fu vietata dal re di Sardegna nel
1667 e le monete stesse furono stigmatizzate come
fraudolente dal vescovo di Nizza nel 1672. Sono noti
altri contratti di appalto della zecca nel 1679 e
nel 1684, ma non sono noti prodotti di questi contratti
successivi. Nel 1697 Vittorio Amedeo II di Savoia
è sul punto di comprare il territorio di Seborga
ma l'opposizione dei genovesi che fecero pressioni
sul papa Innocenzo XII fa sì che la vendita
si perfezioni solo trent'anni dopo (il 31 gennaio
1729). Seborga entrò, con la Liguria, nel 1815
a far parte del Regno di Sardegna prima, del Regno
d'Italia e della Repubblica Italiana poi. Dal 1973
al 30 aprile 2011 ha fatto parte della Comunità
Montana Intemelia, quest'ultima soppressa con la Legge
Regionale n° 23 del 29 dicembre 2010 e in vigore
dal 1º maggio 2011.
A partire dagli anni cinquanta del XX secolo alcuni
membri della comunità di Seborga hanno rivendicato
un'indipendenza dalla Repubblica Italiana, in virtù
di un presunto antico status di Principato di cui
la località anticamente avrebbe goduto, ritenendo
non valida l'annessione al regno di Sardegna. I cittadini
di Seborga eleggono perciò anche un principe
con funzioni prettamente simboliche: il ruolo è
stato svolto dal 14 maggio 1963 fino al 25 novembre
2009, data della sua morte, da Giorgio Carbone (Giorgio
I), e dal 25 aprile 2010 da Marcello Menegatto (Marcello
I). Il principe è coadiuvato da un consiglio
di 9 ministri, privi di potere legale. Il principato
conia una moneta, chiamata Luigino (nome ispirato
a quello delle monete coniate nel XVII secolo), senza
alcun valore legale, ma utilizzata come buono spendibile
in città; ciò ha suscitato un certo
interesse nel mondo del collezionismo numismatico.
Il valore dato al cosiddetto luigino è fissato
in 6 dollari statunitensi. Seborga ha anche proprie
"targhe automobilistiche" che, però,
non possono essere utilizzate se non a latere di quelle
italiane. Vengono poi distribuiti ai richiedenti "passaporti"
e "patenti di guida" recanti l'effigie e
i timbri del principato che hanno unicamente funzione
folcloristica e di promozione turistica. La pretesa
indipendenza del principato sarebbe, secondo molti,
soltanto una trovata pubblicitaria per attirare turisti
e investitori. Il principato di Seborga non è
riconosciuto dall'Italia che ha de iure e de facto
la reale giurisdizione sul territorio.