Taggia (e frazione Arma di Taggia)
Liguria

Taggia è un comune della provincia di Imperia in Liguria. Il centro storico di Taggia è situato nell'immediato entroterra della valle Argentina, mentre l'abitato di Arma è una località balneare. Tra i due centri vi è la zona denominata Levà (il toponimo deriva dalla denominazione romana per indicare un'area rialzata). Il territorio comunale è tuttavia molto esteso, perché coincide con la bassa valle del torrente Argentina, dalla confluenza del torrente Oxentina, presso la località San Giorgio, fino al mare. Si tratta di un ampio settore di entroterra caratterizzato da estese colture - soprattutto oliveti - nella fascia collinare e da estesi boschi nella sua porzione montana, che raggiunge il monte Faudo, massima elevazione del comune con i suoi 1149 metri. Altre vette del territorio il monte Follia (1031 m), il monte Neveia (835 m), il monte Santa Maria (462 m), il monte Giamanassa (405 m). La località ha ottenuto dalla FEE-Italia (Foundation for Environmental Education) il conferimento della bandiera blu per la qualità delle sue spiagge. Quarto comune della provincia per popolazione, comprende, oltre al centro omonimo, le località di Arma (denominata anche Arma di Taggia) e di Levà. La sua area conurbata, estesa ai comuni contigui di Badalucco, Riva Ligure e Castellaro, arriva a una popolazione di 25 000 unità ed è la quarta più popolosa dell'imperiese e quindicesima della regione.

ETIMOLOGIA
Tabya è il nome latino con cui il villaggio nacque intorno al X secolo (potrebbe essere una forma alterata del latino tabula, nel senso di "estensione di terreno", oppure potrebbe avere un'origine preromana), ma la lettera "b" è stata progressivamente trasformata in "g", mutando il nome in Taggia.

MANIFESTAZIONI
Oltre alle festività patronali dell'11 marzo in onore della Madonna miracolosa, un evento di grande richiamo turistico e devozionale avviene a Taggia il secondo sabato di febbraio con la festività di san Benedetto Revelli ("i Furgari"). Si svolgono grandi falò, giochi pirotecnici, musica e vino tra le piazze e i vicoli del centro storico. La prima edizione della festa avvenne il 12 febbraio 1626: i Tabiesi sciolsero un voto a san Benedetto Revelli, cui si erano affidati perché la città venisse risparmiata durante la guerra dei Trent'anni. Nell'ultimo fine settimana di febbraio avviene una rievocazione storica (con corteo e drammaturgie) che racconta l'origine della festa e momenti di vita seicentesca.

TURISMO ED ECONOMIA
Il comune basa la sua principale risorsa economica soprattutto sul turismo, maggiormente concentrato ad Arma. L'attività agricola, fiorente come negli altri comuni della riviera ponentina, si è sviluppato nella floricoltura in particolare nel settore delle fronde ornamentali e ranuncoli. Di sola sussistenza la coltivazione di prodotti agricoli come ortaggi e agrumi. Molto redditizia invece è la produzione di olio di oliva, grazie alle ampie coltivazioni di ulivi della varietà taggiasca, denominazione derivante proprio dalla località. In espansione anche l'attività industriale.


DA VEDERE

Castello di Taggia. Situato nella parte più alta del centro storico, ormai ne rimangono solo alcuni ruderi (secoli XIII-XVI).

Bastione del Ponte, presso il ponte sul torrente Argentina.

Bastione del Ciazzo nel centro storico tabiese.

Bastione dei Berruti, nel centro storico tabiese, presso la porta dell'Orso.

Torre dell'Arma - datata 1563, è un edificio difensivo edificato al fine di prevenire le incursioni piratesche, che in quel periodo infestavano la costa.

Palazzo Anfossi, costruito nel 1578, ma di aspetto seicentesco.

Palazzi Asdente, costruiti intorno 1473.

Palazzo Curlo, costruito nel 1448.

Palazzo Curlo-Spinola, costruito al principio del Settecento.

Palazzo Lercari. Residenza storica della famiglia genovese dei Lercari, poi radicata anche nella cittadina tabiese, venne edificato nell'ultimo quarto del XVII secolo sopraelevandosi su edifici preesistenti. L'interno del palazzo si presenta in tardo barocco. Ospita al suo interno l'archivio storico di Taggia e la biblioteca civica.

Palazzo Pastorelli.

Palazzo Vivaldi, costruito nel 1458.

Obelisco in piazza degli Eroi Taggesi.

Ponte romanico medievale lungo il torrente Argentina. La costruzione dell'antico attraversamento pedonale, lungo nella sua interezza 270 metri e con 15 arcate, avvenne gradualmente nei secoli con il progressivo allargamento della piana del torrente. Nella sua originarietà. infatti, il corso d'acqua passava molto più vicino alla collina nei pressi di Castellaro. Il ponte risalirebbe, soprattutto la costruzione più a levante, ad un periodo databile alla prima metà del XIII secolo; ulteriori aggiunte avvennero nei secoli XVII e XVIII. Due arcate del ponte furono ricostruite dopo un crollo a seguito del terremoto del 1831.

Santuario della Madonna Miracolosa o basilica dei Santi Giacomo e Filippo, nel centro storico tabiese, del 1675-1681. Il tempio sorge sul luogo dell'antica chiesa tardo medievale del XV secolo, dalla quale diverse opere furono in seguito trasferite nella nuova basilica nel 1675. Al suo interno, corredato dalle quattordici cappelle laterali, sono conservate le reliquie del santo concittadino san Benedetto, e importanti opere di Luca e Giovanni Cambiaso, Francesco Brea, Bartolomeo Pincellotti, Giuseppe Massa e Domenico Guidobono. Nel 1855 una statua mariana, opera dello scultore tabiese Salvatore Revelli (1816-1859), dedicata al Cuore Immacolato di Maria, avrebbe mosso ripetutamente gli occhi: dopo un regolare processo il fatto fu dichiarato miracoloso dalla Chiesa cattolica[14]. Una statua simile, sempre opera del Revelli, si trova nella chiesa parrocchiale dei frati cappuccini di Loano dove, nel 1864, avrebbe mosso gli occhi e lacrimato mentre le leggi anticlericali piemontesi costringevano i Cappuccini a lasciare la città[15].

Oratorio della Santissima Trinità della confraternita dei Rossi, del 1484, nel centro storico tabiese.

Oratorio dei Santi Sebastiano e Fabiano della confraternita dei Bianchi, del 1454, nel centro storico tabiese.

Oratorio di Santa Lucia, datato agli inizi del XVI secolo, lungo il sentiero per il castello tabiese.

Chiesa di San Benedetto al Colletto, del 1452, nel centro storico tabiese. È intitolato al santo Benedetto Revelli.

Chiesa di Santa Caterina delle Domenicane, del XVIII secolo, nel centro storico tabiese.

Chiesa di Nostra Signora del Canneto, lungo l'antica strada per Badalucco. La sua edificazione ebbe origine in un periodo tra il X secolo e il XII secolo, su un precedente luogo di culto alto medievale. Nel 1547 venne affrescata da Giovanni e Luca Cambiasio, e Francesco Brea.

Chiesa di San Martino. Eretta nella località omonima, si presenta in stile romanico (XI secolo), conservando affreschi del XV secolo.

Convento di San Domenico, fondato dal beato Cristoforo da Milano, fu costruito tra il 1460 e il 1490 dai maestri lombardi Gasperino da Lancia e Filippo da Carlono. Vi si trovano opere di Ludovico Brea e di Giovanni Canavesio; e poi di Giovan Battista Trotti, Alessandro Turchi, Gioacchino Assereto, Gregorio De Ferrari, Giacomo Antonio Ponsonelli; e una celebre Adorazione dei Magi del Parmigianino.

Convento dei Cappuccini del XVII secolo, con pale di Domenico Fetti, Giovanni Odazzi, Giuseppe Palmieri, Francesco Bruno, e un'Immacolata di Salvatore Revelli.

Chiesa parrocchiale dei Santi Giuseppe e Antonio nella località di Arma di Taggia. Già in precedenza esisteva in loco un edificio religioso intitolato a san Giuseppe che, con il passare degli anni e l'accrescere della popolazione, risultò poi non più adeguato. Dopo un'ampia petizione popolare della comunità di Arma, nel maggio 1903 fu posta la posa della prima pietra dell'attuale chiesa. Aperta al culto il 21 aprile 1907, ma ancora incompleta tanto che definitivamente l'opera venne conclusa nel secondo dopoguerra, fu consacrata dal vescovo di Ventimiglia e San Remo Agostino Rousset nel 1913. Fu eretta a parrocchia nel 1917.

Chiesa parrocchiale dei Santi Francesco Saverio e Paola Romana nella località di Levà.


ORIGINI E CENNI STORICI
Secondo fonti locali, i primitivi insediamenti umani andrebbero ricercati già nell'epoca preromana, dove gli storici non escludono un probabile luogo di culto - dedicato al dio ligure Belleno - nella zona denominata di Capo Don (nel comune di Riva Ligure). La più antica testimonianza del luogo risale tra il X e il VII secolo a.C., grazie al ritrovamento di antiche tombe cinerarie sul sovrastante monte Grange, dove sorgeva un castelliere ligure che aveva anche funzione di emporio commerciale, aperto alle importazioni da tutto il mar Mediterraneo. Subì quindi la dominazione dell'Impero romano a partire dal I secolo a.C.. Ai piedi del capo continuò a funzionare un porto-canale, nei cui pressi, in età imperiale, vennero costruite alcune ville rustiche e una stazione di posta che nella celebre Tabula Peutingeriana era ricordata come Costa Balenae. La zona era servita dalla via Julia Augusta, che attraversava tutta la Liguria di Ponente. Presso Costa Balenae piegava verso l'interno, superando il torrente nei pressi dell'abitato attuale. Scavi archeologici intrapresi poco prima del 1940, e poi ampliati a partire dagli anni ottanta del XX secolo, hanno portato alla luce i resti di un edificio di culto con un'area sepolcrale e la vasca ottagonale di un importante battistero paleocristiano. All'interno della valle, tra il V e VI secolo, si sviluppò invece l'insediamento fortificato di Campomarzio o Castel San Giorgio, caposaldo del sistema difensivo bizantino in Liguria (il cosiddetto Limes). Il villaggio venne distrutto e abbandonato molto verosimilmente durante l'invasione longobarda di Rotari del 641, che portò alla decadenza anche di San Giorgio. Da allora gli abitanti della zona cominciarono a popolare un nuovo insediamento, su una bassa colina a circa tre chilometri dalla costa, che a partire dal tardo X secolo è noto come "Tabia". Si ebbe fin dal VII secolo, la fondazione dell'abbazia di Nostra Signora del Canneto da parte dei monaci di San Colombano, che poi accolsero verso il IX secolo come per Bobbio, Pedona e Lerino la riforma della regola di San Benedetto. Tutta la zona fu oggetto di scorrerie saracene tra i secoli IX e X, ma è del tutto leggendaria la tradizione che vuole Taggia salvata da questi predoni grazie all'intervento miracoloso di Benedetto Revelli, vescovo di Albenga (alla cui diocesi Taggia appartenne fino al 1831) ritenuto originario proprio di Taggia e poi proclamato santo. Le incursioni saracene che spopolarono le coste, colpirono anche l'abbazia di Taggia. Nell'891, i Saraceni profanarono il monastero, lo demolirono, uccisero tutti i monaci e incendiarono la preziosa biblioteca. Essa fu nuovamente ricostruita, sempre dai monaci benedettini dell'abbazia di Santo Stefano di Genova, di proprietà bobbiese, sul finire del X secolo che si insediarono nel territorio di Taggia e Villaregia (l'odierna Santo Stefano al Mare). Taggia divenne, almeno dal 1153, dominio feudale dei Clavesana che nel 1228 cedettero il borgo alla Repubblica di Genova. Dal 1273 fu sede della podesteria locale, mantenendo una certa autonomia ed estendendo i propri poteri sulle vicine Arma, Ripa Tabie (l'odierna Riva Ligure) e parte del territorio di Pompeiana e Bussana (quest'ultima ora località di Sanremo). Nel 1381 adottò (o meglio rinnovò) i propri Statuti, che tra l'altro affidavano al podestà poteri giurisdizionali. Nel XVII secolo fu attivo il poeta Stefano Rossi, che cantò le virtù delle genti e del borgo, fornendo una interessante testimonianza della vita all'epoca a Taggia. Taggia e la sua podesteria divenne fedele alleata della repubblica genovese, seguendone pertanto le sorti storiche fino alla soppressione della medesima nel 1797, e anche durante la successiva Repubblica Ligure. Il territorio taggiasco fu inquadrato nell'omonimo cantone, nella giurisdizione delle Palme, con capoluogo Sanremo. Dal 1805, con il passaggio della Repubblica Ligure nel Primo Impero francese, rientrò nella giurisdizione degli Ulivi e dal 1805 parte integrante del Dipartimento delle Alpi Marittime francese. Fu annesso al Regno di Sardegna nel 1815[8] dopo il congresso di Vienna del 1814, a seguito della caduta di Napoleone Bonaparte. Facente parte del Regno d'Italia dal 1861, dal 1859 al 1926 il comune di Taggia fu compreso nel VI mandamento omonimo del circondario di Sanremo facente parte della provincia di Nizza (poi provincia di Porto Maurizio e, dal 1923, di Imperia). Dal 1973 al 30 aprile 2011 è stata la sede amministrativa della Comunità montana Argentina Armea, quest'ultima soppressa con la Legge Regionale n. 23 del 29 dicembre 2010 e in vigore dal 1º maggio 2011.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 14.060 (M 6.637, F 7.423)
Densità per Kmq: 455,2
Superficie: 30,89 Kmq

CAP 18018
Telefonico Prefisso 0184
Codice Istat 008059
Codice Catastale L024

Denominazione Abitanti tabiesi
Santo Patrono Madonna Miracolosa

Il Comune di Taggia è:
Località balneare segnalata con tre vele nella Guida Blu di Legambiente

Il Comune di Taggia fa parte di:
Comunità Montana Argentina Armea
Regione Agraria n. 4 - Colline Litoranee di Sanremo

Comuni Confinanti
Badalucco, Castellaro, Ceriana, Dolcedo, Pietrabruna, Riva Ligure, Sanremo.

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