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Ascoli
Piceno è una città delle Marche, quarta
nella regione per popolazione dopo Ancona, Pesaro
e Fano; capoluogo dell'omonima provincia e sede vescovile.
La città si trova nella parte meridionale delle
Marche e dista 28 km dal mare Adriatico. Il suo centro
urbano sorge ad un'altitudine di 154 m s.l.m., nella
zona di confluenza tra il fiume Tronto ed il torrente
Castellano, circondato per tre lati da colline, tra
cui vi sono la montagna dell'Ascensione, il colle
San Marco e la montagna dei Fiori. Il suo territorio
è contornato da due aree naturali protette:
il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
a sud ed il Parco Nazionale dei Monti Sibillini a
nord-ovest. Ascoli Piceno ha un'exclave (Piana della
Forcella) compresa tra il comune di Acquasanta Terme,
quello di Roccafluvione e un'exclave di quest'ultimo
(Forcella).
ETIMOLOGIA
Nel corso del tempo la città fu identificata
con il nome greco-romano di Asculon ed Asclos, Strabone
la chiamò Asclon; la Tavola Peutingeriana la
citò come Asclo Piceno; Paolo Diacono solo
Asculus. Ad Ascoli il termine Picenum fu accostato
già da Giulio Cesare che la chiamò Asculum
Picenum sia per distinguerla dalla città dell'Apulia,
Asculum Apulum ora Ascoli Satriano, e sia per riconoscere
la sua posizione di appartenenza alla regione del
Picenum Suburbicarius. Durante il periodo delle invasioni
gote e longobarde vi fu un imbarbarimento della lingua
ed Asculum divenne solo Esculum senza l'aggiunta di
Picenum. Intorno all'anno 1000 la denominazione della
città sui documenti e sugli statuti dell'epoca
fu Esculo che in seguito si trasformò in Asculo
ed intorno al 1700 divenne Ascoli.
ASCOLI
Le radici del nome Ascoli non sono prive di dubbi
legati alla sua etimologia, Giuseppe Marinelli scrive
che la nascita dell'insediamento risalirebbe a 1600
anni prima della fondazione di Roma, quando nel territorio
vi fu la presenza di genti, non originarie del luogo,
che vissero nell'area cittadina dedicandosi alla caccia
ed alla pastorizia delle quali non sono sopravvissuti
segni che consentano di profilare la loro cultura
di appartenenza. Partendo da queste considerazioni
è alquanto arduo ed incerto delineare congetture
che risolvano con certezza una fondata etimologia
della denominazione. Umberto Laffi definisce il toponimo
di origine illirica ed ipotizza che la denominazione
dell'insediamento umano dell'età Neo-eneolitica
assunse in latino la forma di Asclum o Asculum. Gaetano
De Minicis e Giuseppe Colucci riportano l'ipotesi
del canonico Alessio Simmaco Mazzocchi che attribuisce
la derivazione del nome della città alla parola
ebraica Escol (escol bortus), traducibile come grappolo
d'uva. Da questa interpretazione si dedurrebbe che
l'area fu ricca e lodata per la presenza di piante
di vite. Il Colucci, sull'origine del toponimo, aggiunge
un'altra possibile interpretazione e sostiene che
il popolo degli Opici, noti anche come Ausoni, arrivò
nella valle del Tronto e fondò la città
dandole il nome di Aescolo da Esculus o Aesculus,
ossia l'eschio, una varietà dell'ippocastano,
aesculus hippocastanum, pianta largamente presente
nel territorio. Giuseppe Marinelli riferisce che l'etimologia
potrebbe essere ricondotta ad "AS", radice
egeo-anatolica che esprime i concetti di luogo
di dimora" ed "insediamento urbano.
Dalle fonti classiche, ed in particolare da una leggenda
anteriore all'anno 1000 a.C., si apprende la storia
del re Aesis, riportata da Silio Italico, poeta latino,
il quale attribuisce il termine Ascoli alla derivazione
dalla radice "as" dal nome del re, detto
anche Esio re dei Pelasgi. Secondo questa tradizione
Aesis fu colui che condusse la popolazione pre-ellenica
nella risalita della costa adriatica approdando alla
foce del fiume Tronto. I Pelasgi, dopo aver percorso
la valle verso l'entroterra, si stanziarono sul colle
Pelasgico o monte Pelasgo, l'attuale colle dell'Annunziata,
dove eressero un recinto sacro e si fusero con gli
abitanti del territorio dando inizio ad un primo insediamento
urbano. La leggenda e le affermazioni di Silio Italico
non trovano, al momento, conforto nei riscontri archeologici
del territorio. La teoria etimologica trova ed assume
rilevanza in quanto aiuta a spiegare anche altri toponimi
legati al Picenum come Aso e Jesi, anch'essi riconducibili
dalla radice "as", tipica e diffusa nel
linguaggio egeo-anatolico. Esiste anche un'altra leggenda
che confermerebbe l'origine e la provenienza greca
del popolo dei Piceni. Questa narra dell'acheo Diomede,
federato della guerra contro Troia, qui giunto posteriormente
all'invasione dorica, che, dopo essere approdato sulle
coste della Puglia, si stabilì lungo le coste
adriatiche.
PICENO
L'origine del nome Piceno è attribuito dalla
tradizione italica ricordata da Strabone, Plinio,
Festo e Paolo Diacono, nella sua Historia Langobardorum,
all'appellativo Picenum, termine che trova la sua
derivazione da picus. La narrazione racconta della
migrazione di gruppi di Sabini avvenute durante le
celebrazioni primaverili del ver sacrum. Questo popolo,
tra l'VIII ed il VI secolo a.C., si spostò
dalle regioni di provenienza osco-umbre, verso altri
territori per cercare pascoli estivi e, in questo
viaggio, sarebbe stato condotto da un picchio verde
o da re Pico, un sovrano del Lazio. Sino all'avvento
del Regno d'Italia, il Comune era indicato con il
solo nome "Ascoli". L'aggiunta della specificazione
"Piceno" è avvenuta ufficialmente
per effetto del Regio Decreto 9 novembre 1862 n. 978
che ha autorizzato il Comune di Ascoli ad assumere
la denominazione "Ascoli-Piceno", in conformità
alla deliberazione del consiglio comunale del 28 luglio
1862.
DA
VEDERE
Ascoli Piceno è una delle città monumentali
d'Italia: il suo centro storico è interamente
costruito in travertino, una roccia sedimentaria calcarea
estratta dalle cave del territorio, ed ha come fulcro
la rinascimentale piazza del Popolo dove si trovano
alcuni degli edifici più importanti tra i quali
il palazzo dei Capitani, lo storico Caffè Meletti
e la chiesa di San Francesco.
Altro
fulcro cittadino è lo spazio urbano di piazza
Arringo, la piazza più antica di Ascoli, dove
si elevano il medioevale battistero di San Giovanni,
la cattedrale di Sant'Emidio, che racchiude al suo
interno la cripta dedicata anch'essa al santo patrono.
Vi sono inoltre il palazzo Vescovile, il palazzo dell'Arengo,
sede della pinacoteca civica e di alcuni uffici comunali.
Non
solo le piazze, ma anche le strade ed i vicoli di
impronta schiettamente medievale contribuiscono a
caratterizzare il centro storico come via Pretoriana,
via di Solestà, via delle Stelle, via Soderini,
via del Trivio, antico cardo e corso Mazzini, decumanus
maximus, che attraversa da ovest ad est il centro
urbano.
Tra
i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di
Solestà, uno dei pochi in Italia, visitabili
anche al suo interno, le rovine del teatro romano,
le grotte dell'Annunziata, ciclopica costruzione del
periodo romano, la Fortezza Pia ed il Forte Malatesta,
il palazzetto Longobardo con la torre degli Ercolani,
una delle poche torri superstiti tra le decine che
compaiono nelle cronache medioevali, in ricordo delle
quali Ascoli ha il soprannome di Città delle
cento torri.
Meritevoli
di essere citati sono anche i tempietti dedicati al
patrono quali: Sant'Emidio alle Grotte e Sant'Emidio
Rosso ed inoltre la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio
dalla caratteristica facciata suddivisa in riquadri.
Nelle
vicinanze della città si trova la rocca di
Castel Trosino, antichissimo insediamento longobardo
a strapiombo sul torrente Castellano, in cui alla
fine del XIX secolo fu rinvenuta uno delle più
ricche necropoli d'Italia, i cui preziosi reperti
sono ora sparsi in diversi musei in tutto il mondo.
Percorrendo
da Ascoli la Salaria in direzione Roma, s'incontra
il monumentale albero del Piccioni menzionato per
la prima volta in un documento del 1109 e legato,
tra storia e leggenda, alla vita cittadina e alle
vicissitudini del brigantaggio antiunitario.
EDIFICI
RELIGIOSI
Cattedrale di Sant'Emidio - Duomo della città,
dedicato al santo patrono, racchiude la stratigrafia
di architetture che vanno dal V al XVI secolo. Si
mostra su piazza Arringo con la facciata di Cola dell'Amatrice
ed ospita al suo interno la cripta di sant'Emidio
ed un pregevole polittico di Carlo Crivelli.
Cripta di Sant'Emidio Accoglie, nello spazio
sotterraneo del duomo di Ascoli, i resti del patrono
ascolano e dei suoi discepoli custoditi all'interno
del sarcofago di epoca romana, dell'età di
Marco Aurelio. Fu costruita nell'XI secolo per ospitare
le reliquie del santo qui trasportate, dalle catacombe
di Campo Parignano, dall'allora vescovo Bernardo II.
Battistero di San Giovanni - Semplice ed austero nella
sua forma di architettura sacra di gusto romanico
è costruito interamente in travertino ed annoverato
tra i monumenti nazionali italiani. Al suo interno
vi sono una vasca circolare, del V secolo, per il
battesimo ad immersione ed un fonte battesimale su
colonna tortile.
Chiesa di San Francesco - Questa chiesa è considerata
una delle migliori opere italiane di architettura
francescana, nonché l'edificio religioso francescano
più rappresentativo della regione Marche. Si
eleva al centro di un complesso monumentale cui si
aggiungono anche due chiostri. È caratterizzata
da un gruppo absidale di raro modello architettonico.
Tempietto di Sant'Emidio Rosso - Il piccolo edificio
religioso nasce come ampliamento del capitello votivo
voluto dai primi cristiani ascolani. Ha custodito
per secoli la Cona de Santo Migno: pietra
utilizzata per la decapitazione del santo, ancora
oggi, conservata nel tempietto al di sotto dell'altare.
Tempietto di Sant'Emidio alle Grotte Questo
tempio è uno dei monumenti più importanti
della città e ben rappresenta l'arte barocca
delle Marche. Progettato da Giuseppe Giosafatti ed
ispirato allo stile di Pietro da Cortona e di Gian
Lorenzo Bernini fu eretto come ex voto in onore del
patrono di Ascoli per aver preservato la città
dai danni del sisma del 1703.
Chiesa di San Gregorio Magno - Costruita per trasformare
in luogo di culto cristiano un tempio romano pagano,
edificato tra l' Età tardo Repubblicana, I
secolo a.C., e la prima Età Augustea, I secolo
d.C.
Chiesa di San Tommaso Apostolo - Chiesa romanica costruita
verso il 1064, insieme alla Collegiata dei Canonici
Lateranensi dell' Ordine di san'Agostino, per iniziativa
del vescovo Bernardo II. Sorge al lato dell'omonima
piazza che custodisce i resti dell'anfiteatro romano.
Chiesa di San Vittore - Definita anche costantiniana
basilica, segue i canoni dello stile romanico.
Sorge vicino al Forte Malatesta ed il suo fianco destro
era costeggiato dal percorso cittadino della strada
consolare Salaria che raggiungeva il ponte di Cecco.
Chiesa di Santa Maria delle Donne - Edificata all'inizio
del XIII secolo al di fuori delle mura cittadine oltre
porta Romana, nella piana di san Panfilo, e costruita
attaccata al convento delle suore di clausura.
Chiesa del Cuore Immacolato di Maria - Realizzata
negli anni 50, è stata istituita come parrocchia
dal vescovo monsignor Marcello Morgante nell'anno
1955. Al suo interno custodisce un prezioso crocifisso
ligneo, del 1636, intagliato dal francescano Innocenzo
da Petralia. Lo storico Giuseppe Fabiani racconta
della grande devozione del religioso che lo aveva
lavorato solo nei giorni di venerdì, a digiuno
ed in ginocchio.
Chiesa della Madonna del Ponte - Caratteristica per
la sua forma cilindrica e per le modestissime dimensioni,
è considerata una tra le più piccole
chiese della città. Edificata nell'anno 1689
testimonia l'antica consuetudine di costruire edicole
votive in prossimità dei passaggi e degli ingressi
alle città.
Santuario di San Serafino da Montegranaro - Dal 1570
il luogo venne affidato ai Frati Minori Cappuccini
e dopo circa venti anni arrivò nel convento
fra Serafino da Montegranaro che vi rimase fino al
momento della morte, avvenuta il 12 ottobre 1604.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Le origini della città sono avvolte nel mistero
ma è abbastanza sicuro che la zona fosse popolata
già nell'epoca neolitica da popolazioni italiche.
Secondo una tradizione italica citata nella letteratura
antica (Strabone, Plinio, Festo) la città venne
fondata da un gruppo di Sabini, che vennero guidati
da un picchio, uccello sacro a Marte durante una delle
loro migrazioni detta ver sacrum. I Sabini si sarebbero
fusi con altre popolazioni autoctone dando origine
ai Piceni, di cui Ascoli divenne il centro principale
anche grazie alla sua posizione sulla via Salaria,
che collegava il Lazio con le saline della costa adriatica.
Nel 299 a.C. si alleò con i Romani contro gli
Etruschi, Galli e Sanniti e nel 269 a.C. divenne Civitas
Foederata a Roma. Nel 91 a.C. si ribellò a
Roma insieme ad altre genti italiche (i Marsi in particolare
ed altre popolazioni del sud Italia) e dette vita
alla Guerra Sociale. Nell'89 a.C., dopo un lungo assedio,
il generale romano Gneo Pompeo Strabone conquistò
la città, trucidando i capi della rivolta e
mandando in esilio parte dei suoi abitanti. Nell'88
a.C. Ascoli fu iscritta alla Tribù Fabia, e
solo nell'80 a.C. venne finalmente riconosciuta la
cittadinanza romana a tutte le popolazioni italiche.
Giulio Cesare nel 49 a.C. la designò capitale
della regione dandole l'appellativo di Picenum. Ai
tempi di Augusto, divenne la capitale della quinta
regione italica, più tardi nel III secolo d.C.
fu eretta a provincia autonoma con il nome di Picenum
Suburcarium. Successivamente segue il destino, come
altre città, con la caduta dell'impero romano.
Nell'alto medioevo subì la decadenza economica
e le razzie dei barbari, tra cui quella dei Goti di
Totila e dei Longobardi di Faroaldo (578). Per due
secoli fu sotto il dominio longobardo del Ducato di
Spoleto, (593-789), finché non passò
sotto il controllo dei Franchi scesi in Italia al
seguito di Carlo Magno. In questi secoli si accentuò
il potere dei vescovi (i cosiddetti vescovi-conti),
tra cui Corrado II che con apposito diploma concede
al feudatario vescovo Bernardo I nel 1037, il diritto
di Zecca. Nel periodo la città viene trascinata
in più occasioni nella più vasta lotta
per il predominio in Europa tra guelfi e ghibellini.
Nel 1183 si costituisce in Libero comune, conoscendo
però il saccheggio e la distruzione ad opera
delle armate imperiali di Federico II. Le libertà
municipali sono minate dalle lotte di fazione tra
le famiglie più in vista, tra cui il Signore
Andrea D'Acquaviva e più tardi Ladislao I -
re di Napoli, Conte Carrara, che finiscono per aprire
la strada a personaggi ambiziosi come Galeotto Malatesta
(XIV secolo) che viene cacciato da una rivolta e in
seguito a Francesco Sforza che instaura una crudele
dittatura (XV secolo) che viene abbattuta nel 1482,
anche se Ascoli è costretta a riconoscere la
sovranità della Chiesa. Non cessano i disordini
interni tra opposte fazioni che conduce a decadi di
ribellioni, massacri, razzie, alla crescita del banditismo
e alla decadenza delle virtù civili. Venne
annessa alla prima Repubblica Romana e nel 1860 viene
annessa al Regno d'Italia di cui seguirà d'ora
in avanti tutte le vicende. Degne di nota sono le
vicende della resistenza ascolana nel settembre 1943
contro l'occupazione tedesca, che sono valse alla
città la Medaglia d'Oro al Valor Militare per
attività partigiana (2001). Una parte del territorio
della provincia ascolana è stato per oltre
un secolo rivendicato dalla vicina e rivale Fermo,
la quale ha perso il capoluogo a seguito dell'Unità
d'Italia. Nel 2004, però, la provincia di Fermo
è stata di nuovo deliberata, ed istituita nel
2009.
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Popolazione
Residente 51.203 (M 24.634, F 26.569)
Densità per Kmq: 319,0
Superficie: 160,51 Kmq
CAP
63100
Prefisso Telefonico 0736
Codice Istat 044007
Codice Catastale A462
Denominazione
Abitanti ascolani
Santo Patrono San Emidio di Ascoli Piceno
Festa Patronale 5 agosto
Il Comune di Ascoli Piceno fa parte di:
Associazione Italiana Città della Ceramica
(AICC)
Località e Frazioni di Ascoli Piceno
Bivio Giustimana, Campolungo, Caprignano, Carpineto,
Casa Circondariale, Casalena, Casamurana, Case
di Coccia, Caselle, Castel di Lama Stazione, Castel
Trosino, Cervara, Colle, Colle San Marco, Colloto,
Colonna, Colonnata, Faiano, Funti, Giustimana,
Lago, Lisciano, Lisciano di Colloto, Montadamo,
Monte di Rosara, Morignano, Mozzano, Oleificio
Panichi, Palombare, Pedana, Piagge, Pianaccerro,
Poggio di Bretta, Polesio, Ponte Pedana, Porchiano,
Rosara, San Pietro, Santa Maria a Corte, Talvacchia,
Taverna di Mezzo, Trivigliano-Villa Pagani, Tronzano,
Valle Fiorana, Valle Senzana, Valli, Vena Piccola,
Venagrande, Villa Sant'Antonio
Comuni Confinanti
Acquasanta Terme, Ancarano (TE), Appignano del
Tronto, Castel di Lama, Castignano, Castorano,
Civitella del Tronto (TE), Colli del Tronto, Folignano,
Maltignano, Roccafluvione, Rotella, Sant'Egidio
alla Vibrata (TE), Valle Castellana (TE), Venarotta
MUSEI
Galleria d'Arte Contemporanea
Museo Archeologico Statale
Museo di Storia Naturale A. Orsini
Museo Diocesano
Pinacoteca Civica
EDIFICI
STORICI
Forte Malatestiano
TEATRI
Teatro Ventidio Basso
IMPIANTI
SPORTIVI
Stadio C. e L. Del Duca
MANIFESTAZIONI
Giostra della Quintana (prima domenica di agosto)
Il
comune è gemellato con
Treviri (Germania)
Massy (Francia).
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