Osimo
Marche

Osimo è un comune italiano di 32.798 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche. Comune di superficie medio-grande, Osimo si estende su un territorio collinare. Il suo centro storico sorge su due colline affiancate, la più alta delle quali, su cui sorge il Duomo della città, si chiama Gòmero. L'avvallamento fra le due colline, un tempo visibile nella linea del centro storico, è stato pareggiato sempre più ad ogni rifacimento del manto. Il terreno è abbastanza fertile e favorisce l'agricoltura. A circa 3 km scorre il fiume Musone. A poca distanza si trova anche la costa adriatica, con Portonovo ed i comuni di Sirolo e Numana. Le stazioni sciistiche più vicine si trovano a circa 100 km nel comune di Ussita. Ad Osimo vi è la sede principale della Lega del filo d'oro.

ETIMOLOGIA
Il nome della città deriva dall'antico Auximum, parola che ha anche la corrispondente in greco antico e che sembra avere la stessa radice del verbo latino augeo («accrescere», in greco antico). I cittadini osimani sono anche chiamati Senza Testa, per via delle numerose statue acefale di epoca romana esposte nell'atrio del palazzo comunale. Nel dialetto locale la città si chiama Òsimu, Òsemu nel vernacolo rurale; oggi gli osimani e gli abitanti della zona la chiamano comunemente Òsimo.

LE GROTTE
Concentrato nel sottosuolo del centro storico di Osimo vi è un articolato percorso di grotte. Le grotte osimane sono conosciute per i bassorilievi artistici scolpiti nell'arenaria, in particolare per la ricca simbologia esoterica ed ereticale. Nella grotta Simonetti si può ammirare una Triplice Cinta di oltre 50 cm, in un contesto dove si hanno altri simboli come la Sirena Melusina, due croci ottopuntata, il sole e luna e il teschio e tibie. Nella stessa grotta vi è una sala circolare realizzata in geometria sacra con schema esagonale che riprende il prospetto icnografico dell'esagramma di Salomone, già presente nella grande rota del litostroto della Cattedrale, opera del maestro comacino Filippo. Le grotte Buglioni sono ricche di simbolismi ereticali come un Pentalfa e un SHI - Solis Invictus ed ermetici variamente riferiti al dualismo luce ed ombra.
La grotta Riccioni ha una sala circolare progettata similmente a quella Simonetti, con una croce patente all'ingresso del corridoio principale e un Bafometto scolpito.
Le grotte del Campana sono considerate tra i luoghi più misteriosi d'Italia con una ricca simbologia mistica ed alchemica: l'assioma ermetico del Solve et Coagula, il dono del frutto alchemico, le Veneri che escono dalle conchiglie e tutta la simbologia rosacruciana nelle sue accezioni alchemiche ed ermetistiche. Per visitare le grotte più interessanti sotto questo punto di vista bisogna fare riferimento all'associazione culturale Osimo Sotterranea, con le sue guide che da oltre 15 anni portano visitatori nelle grotte osimane. Su nove chilometri attualmente censiti, ultimamente anche il Comune ha reso visibile 250 metri di camminamento ipogeo, ricchi di bassorilievi e di suggestive istoriazioni di carattere religioso (come lo stemma mariano di una M con corona o gli altorilievi di alcuni monaci in preghiera): sono le Grotte del Cantinone, che prendono il nome dall’antico refettorio dei frati ubicato nel sotterraneo del Convento di San Francesco.

Chiese di San Giuseppe da Copertino e di San Marco
La chiesa soprastante le Grotte del Cantinone, conosciuta come Chiesa di San Giuseppe da Copertino, già dedicata a San Francesco, fu costruita nel 1234 su un'altra preesistente dedicata a Santa Maria Maddalena Penitente, ed è la più grande di Osimo dopo la Cattedrale di San Leopardo (il Duomo). In essa vengono conservate le spoglie di San Giuseppe da Copertino, santo patrono di Osimo. Nella chiesa di San Marco, situata nell'omonimo quartiere, sono custoditi una Madonna del Rosario del Guercino e un San Nicolò del 1100.

Fonte Magna
La Fonte Magna è un'antica costruzione romana che si trova ad Osimo presso il centro. Si può raggiungere dalla via omonima attraverso una scalinata che si trova sul lato destro di essa. Fu edificata nel I secolo a.C. come ninfeo, cioè come costruzione con nicchie e prospetto a colonne ospitante una fontana al suo centro. La leggenda vuole che Pompeo Magno all'epoca della guerra civile contro Gaio Giulio Cesare vi si sia fermato ad abbeverare i suoi cavalli mentre entrava ad Osimo con l'intenzione di reclutare nuovi soldati per il suo esercito. Pompeo sarebbe rimasto ad Osimo per altro tempo e se ne sarebbe andato solo all'arrivo di Cesare. Secoli dopo fu anche teatro di scontri fra i Bizantini, che occupavano Osimo, e i Goti, che assediavano la città. Un curioso episodio viene tramandato riguardo a questo periodo di assedio: si dice infatti che i Goti, accampati nei pressi di Fonte Magna, durante la notte siano stati fatti arretrare per lo spavento dai Bizantini, che dalle mura che sovrastano il ninfeo stavano lanciando a proposito delle grosse ruote da carro. La storia vuole che poi i Goti abbiano tentato di distruggere la Fonte Magna, ma invano.

Cattedrale di San Leopardo
Dalla piazza del comune, salendo per la via dell'Antica Rocca (conosciuta ad Osimo come la Costa del Domo), si arriva sulla sommità del colle Gòmero, sul quale sorge la Cattedrale di San Leopardo, o Duomo, edificio dell'VIII-XII secolo in stile romanico-gotico, che custodisce nella cripta (opera di Mastro Filippo del XII secolo) le spoglie dei Santi Martiri Osimani San Sisinio, San Fiorenzo, San Diocleziano e San Massimo, le tombe di San Leopardo, primo vescovo di Osimo (IV-V secolo), di San Vitaliano, di San Benvenuto e dei Santi Vittore e Corona. Pregevole il paliotto dell'altare maggiore della cripta. Presso il Duomo è possibile vedere un Battistero degli inizi del XVII secolo con uno splendido fonte battesimale opera di Pier Paolo e Tarquinio Jacometti di Recanati e con un soffitto a cassettoni di Antonio Sarti di Jesi.

Museo diocesano
Il Museo diocesano, inaugurato nel novembre del 1998 si trova nell'ex-episcopio, palazzo attiguo al Duomo. Costruito non solo con criteri storico-artistici, il museo ha anche lo scopo di narrare la vicenda di fede della comunità cristiana osimana attraverso la testimonianza delle opere d'arte esposte. Sono esposte opere come il reliquiario e la lamina di San Leopardo del Lazzarini, un polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano, una croce processionale di Pietro Vannini, un polittico di G.B. Franco detto Semolei, una Madonna con Bambino di G. Siciolante detto Semolei, un trittico di G. Klontzas, una Madonna e Santi di Simone De Magistris, il reliquiario della Santa Croce di Lorenzo Bernini, i Santi Vittore e Corona di G.D. Lombardi.

Teatro la Nuova Fenice
Il Teatro la nuova Fenice fu costruito una prima volta tra il 1773 e il 1785 su progetto di Cosimo Morelli (1733-1812). Abbattuto nel 1885 per ragioni statiche, venne rifatto tra il 1887 e il 1892, su disegno di Gaetano Canedi (1836-1889). Sede di importanti stagioni liriche e di prosa, rappresentazioni di concerti, balletti, oggi il teatro splende come un tempo.

ORIGINI E CENNI STORICI
Fu fondata attorno al VI e VII secolo a.C. dagli stessi coloni greci che avevano gettato le basi per la nascita di Ancona, con lo scopo di ampliare il territorio della colonia stessa. Siccome sorgeva in una posizione strategica, dominando dall'alto della sua collina tutta la vallata circostante, fu zona di contese fra diverse popolazioni, Celti e Piceni. Per poter proteggersi meglio dalle invasioni dei Galli, gli osimani chiesero l'alleanza dei romani che come loro usanza invece finirono con l'annettere la città al proprio territorio nell'anno 270 a.C. Postumio Albino e Muzio Scevola censori romani pensarono di fortificare la cittadina munendola di una cinta muraria ed edifici di cui rimangono ancora diversi reperti. Per molto tempo la sua importanza superò quella di Ancona; addirittura venne definita l'urbs maggiore del Piceno. Venne abbellita di statue, magnifici edifici e strade di collegamento. Fu cinta d'assedio per sette mesi da Belisario, con i suoi 11.000 bizantini, per liberarla dai goti di Vitige, l'impresa ebbe successo, ma a sua volta dovette resistere alla tentata ripresa di Totila. Entra a far parte del dominio papale, ma nel 1100 è libero comune così può decidere e legiferare da solo. Venne divisa in tre terzieri dove ciascun elemento controllava una zona del territorio, fu istituita una milizia cittadina, un "Consiglio dei Cinquecento" e "dei Duecento" che progettavano e realizzavano opere per l'ampliamento della città. Così Osimo diventa il centro commerciale e di riferimento di una vasta zona densamente popolata. Importanti furono le Costituzioni egidiane, emanate dal cardinale d'Albornoz, dove si chiedeva la fine delle contese tra potenti locali e si voleva il riaffermare dell'autorità di Roma. Dal 1399 al 1430 divenne feudo dei Malatesta. Questi, per difendersi dalle insurrezioni popolari, edificarono all'interno una cittadella, che successivamente fu distrutta e sostituita con la "Rocca Pontelliana" di cui rimangono alcuni resti.La città è adorna di molti edifici appartenuti alla nobiltà locale che testimoniano i vari stadi di avanzamento dell'espansione edilizia della cittadina. Il 16 settembre 2006 Osimo ed alcuni comuni limitrofi, in particolare le frazioni di Aspio ed Osimo stazione sono stati colpiti da una alluvione che ha causato ingenti danni alle industrie del luogo.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 29.431 (M 14.352, F 15.079)
Densità per Kmq: 279,2

CAP 60027
Prefisso Telefonico 071
Codice Istat 042034
Codice Catastale G157

Denominazione Abitanti osimani
Santo Patrono San Giuseppe da Copertino
Festa Patronale 18 settembre

Numero Famiglie (2001) 10.436
Numero Abitazioni (2001) 10.988

Il Comune di Osimo fa parte di:
Associazione Nazionale Città del Vino

Località e Frazioni di Osimo
Santo Stefano, San Biagio, San Sabino, Osimo Stazione, Abbadia, Passatempo, Padiglione, Campocavallo, Casenuove, San Paterniano, La Villa

Comuni Confinanti
A est: Camerano, Castelfidardo; a nord: Ancona, Offagna; a ovest: Filottrano, Polverigi, Santa Maria Nuova; a sud: Montefano (MC), Recanati (MC).

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ISTITUTO COMPRENSIVO PARITARIO MAESTRE PIE VENERINI - FANO (PU)
NONNO FIORDO - AZIENDA AGRARIA BIOLOGICA - MONTE SANTA MARIA TIBERINA (PG)
VIVIGAS - MARCHE